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ADULTERIO

Aggiornamento: 19 giu 2018

La moglie infedele non sarà più punita dallo stato. Colpire la donna adultera con anni di prigione e mandare libero il marito della stessa colpa significava infatti infrangere lo spirito della costituzione, la quale garantisce a tutti i cittadini la stessa libertà.


L'adulterio è, oggi, in Italia e in gran parte del mondo civilizzato, una condotta non penalmente rilevante; la depenalizzazione è stata per lungo tempo un' aspirazione e, se questa è diventata una realtà diffusa, il diritto comunque continua ad occuparsene sul versante civilistico, mentre il tradimento all'interno dello stesso matrimonio è percepito in maniera diversa e che dipende da molte variabili. Nell'età in cui l'adulterio era invece un'azione sanzionata dal diritto canonico e civile, la morale e la religione furono influenzate dal diritto.


Tradisco mio marito ma non lo lascio


"Su tre donne che tradiscono il marito due non lo fanno per amore ma per mancanza d’amore.

Non sono spinte dal turbine della passione o dalla profondità di un sentimento ma dal contrario di ciò: dalla mancanza di un legame spirituale e materiale con l’uomo che le ha legate a sé per tutta la vita, dall'indifferenza che ha piano piano preso il posto dell’amore. Questo significa che due donne su tre che divengono adultere hanno alle spalle un matrimonio già fallito.

Il nemico più temibile della fedeltà coniugale sembra proprio essere la quieta indifferenza che caratterizza tanti matrimoni: persone che vivono insieme scambiando appena le parole necessarie, ripetendo gesti a cui l’abitudine ha tolto ogni significato, ed ignorandosi come perfetti estranei. È in questo clima che maturano nelle donne le premesse per l’adulterio: che non sono una determinazione precisa di fare o di volere qualcosa di diverso, ma piuttosto di un malessere vago, una insoddisfazione indefinita, un desiderio di <<qualcosa di diverso>>, che porta il più delle volte a un incontro deludente come il matrimonio, perché è fondato sul caso."

NOI DONNE, 13 Gennaio 1968

La moglie adultera non andrà più in prigione


"Oggi la battaglia pare essersi conclusa con una vittoria: all'uomo, considerato dalla legge dominatore dell’universo, quello che può prendersi una donna, darle il suo nome, incamerare la sua dote, fissare la residenza dove vuole, educare a suo modo i figli, rappresentare la famiglia da vivo e dettare le leggi anche dopo morto, è stata tolta una potente arma di vendetta e ricatto contro la donna.

Egli non può più con il suo potente indice indicare la via della galera.

La Corte Costituzionale tuttavia non lo ha offeso, ma ha preso una decisione che è anche nel suo interesse: se lo Stato si toglie di mezzo forse molte unioni potranno essere salvate più facilmente facendo ricorso alla buona volontà e alla discussione piuttosto che alle divise delle <<forze dell’ordine>> e alle manette."

NOI DONNE, 28 Dicembre 1968

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